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SENSOWORKS: I PONTI ITALIANI SONO SICURI

Ma bisogna adattarsi al futuro con un monitoraggio che stia al passo con i tempi


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SENSOWORKS: LE ALTE TEMPERATURE RAPPRESENTANO UN FATTORE DI RISCHIO PER LE INFRASTRUTTURE

Aumentano di frequenza e di durata le ondate di calore: nel Mediterraneo dal 1980 ad oggi si sono aggiunti 6,5 giorni di caldo estremo ogni decennio, una situazione che diventerà ancora più critica nel ventennio 2030-2050. A lanciare l’allarme è Sensoworks (www.sensoworks.com), la startup italiana specializzata in monitoraggio infrastrutturale supportata da piattaforme tecnologiche multilivello.

«Da qui al 2050 il riscaldamento globale metterà a rischio la sicurezza delle infrastrutture a livello mondiale» avvisano gli esperti di Sensoworks. E non è solo il caldo ma anche il conseguente incremento dei periodi di alluvione, delle tempeste e degli uragani. Fenomeni climatici che sono aumentati in quasi ogni parte del mondo, sia in frequenza che in durata.

«Sottovalutare questa situazione sarebbe un errore. Ma con il monitoraggio dinamico sarà possibile risolvere fin d’ora il problema infrastrutturale» sottolinea Niccolò De Carlo, ceo e co-fondatore di Sensoworks, startup già attiva a livello globale, con uffici anche a Boston e monitoraggi in molti Paese europei, includendo anche la Francia.

«I ponti italiani sono stati costruiti a regola d’arte ed anche la manutenzione è stata nella maggior parte dei casi adeguata. Oggi —tuttavia— le nuove tecnologie consentono di fare di più: di prevedere il futuro e prevenire un evento infrastrutturale prima che accada» puntualizza Niccolò De Carlo, sottolineando la necessità di passare da un monitoraggio statico delle nostre infrastrutture —quello caratterizzato da ispezioni tecniche sporadiche realizzate da tecnici in carne ed ossa— ad un monitoraggio dinamico, consentendo così di avere un controllo costante ed in tempo reale attraverso strumenti tecnologici all’avanguardia.

Sensoworks —ad esempio— è in grado di fare predizioni e fornire responsi in forma chiara e precisa, consentendo di intervenire tempestivamente quando necessario. Per questo la società romana ha aperto uffici anche in America, volendo contribuire con una tecnologia made-in-Italy ad evitare quegli scenari che purtroppo si sono verificati —ad esempio— negli Stati Uniti dove negli ultimi 32 anni sono crollati 1062 ponti.

Tutti ricorderemo nel 2018 il crollo a Miami —a pochi giorni dalla sua inaugurazione— del ponte pedonale da 14,2 milioni di dollari, progettato per durare 100 anni e per resistere ad uragani forza 5. A pochi giorni dalla costruzione, invece, le 950 tonnellate di cemento del ponte pedonale che collegava il campus della Florida International University con la città si sono schiantate su un’autostrada ad 8 corsie.

In Italia, certo, la situazione è diversa perché i criteri adottati sono tra i più sicuri al mondo. Ma è il contesto che cambia: ad esempio questo agosto —secondo le attuali previsioni— il caldo potrebbe risultare particolarmente violento. E così anche i temporali che potrebbero essere significativi.

 

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